lunes, 29 de agosto de 2011

Introduzione all'arte dell'epoca: Rococò



MARCO STORICO DEL ROCOCO


Il rococò è uno stile che si sviluppo in Francia sotto il governo di Luigi XV nella prima metà del Settecento come evoluzione del tardo-barocco. Seguendo al Barocco si privilegia la decorazione eccessiva e ridondante, ma questo non significa che i due stili siano stati uguali, il secolo XVII (Barocco) è stato un periodo d’incubazione del mondo moderno, al cui la Chiesa attuava come tendenza reazionaria, e per questa incapacità di adattarsi al progresso, la Chiesa conobbe un progressivo declino, ed è qui la differenza del secolo XVII con il XVIII, già che l’ultimo e decisamente un secolo più laico rispetto al precedente; e anche l’arte si appresta, in quanto interprete ai tempi, a diventare più laica. Nel campo sociale, il settecento si caratterizza per il declino sempre più evidente dell’aristocrazia a favore di nuove classi sociali emergenti: la borghesia. Questo si deve a che la ricchezza non è più la propietà terriera (monopolio delle classi aristocratiche), ma i commerci e le industrie (monopolio della borghesia). La Rivoluzione Francese è il successo che define la decadenza dell’aristocrazia. Ma dobbiamo considerare che però quasi tutto il settecento l’aristocrazia mantenne, seppure in declino, la sua posizione si monopolio sociale. Infatti, l’arte Rococò è laica, mondana e aristocratica. Niente più atmosfere cupe e angosciose, ancora memore di reminiscenze caravaggesche, ma colori vivaci, scene chiare, immagini di gioiosa allegria e vitalità. Rispetto al Barocco, la base estetica rimase la stessa: l’arte è solo e soprattutto decorazione, che si aggiunge per abbellire. Questa si distingue per la grande eleganza e la sfarzosità delle forme, caratterizzate da ondulazioni ramificate in riccioli e lievi arabeschi (stile ornamentale composto da elementi calligafici e/o motivi geometrici) floreali che sono espresse soprattutto nelle decorazioni, nell’architettura, nella moda e nella produzione di oggetti.

Caratterizzato da delicatezza, grazia, eleganza, gioiosità e luminosità si poneva in netto contrasto con la pesantezza e i colori più forti adottati dal precedente periodo barroco. I motivi Rococò cercano di riprodurre il sentimento tipico della vita aristocratica libera da preoccupazioni o del romanzo leggero piuttosto che le battaglie eroiche o le figure religiose.
Il termine "rococò" deriva dal francese “rocaille”, parola usata per indicare un tipo di decorazione eseguita con pietre, rocce e conchiglie, utilizzate come abbellimento di padiglioni da giardino e grotte.
Rococò sembra essere una combinazione della parola francese “rocaille” (conchiglia, guscio) e della parola italiana barocco. Siccome questo stile ama le curve naturali come quelle presenti nelle conchiglie e si specializza nelle arti decorative, alcuni critici tendevano erroneamente a ritenerlo frivolo e legato alla moda. Il termine rococò fu accettato anche dagli storici dell'arte dalla metà del XIX secolo e sebbene ci siano ancora pretestuose discussioni riguardo al significato storico di questo stile, il rococò è ora largamente considerato come un importante periodo di sviluppo per l'arte e la cultura europea.


LA PITTURA ROCOCO
La pittura del periodo rococò ebbe le stesse caratteristiche stilistiche del Barocco: linee curve, serpentine, spirali, ecc. Altra caratteristica fu soprattutto il ricorso a colori chiari e l’uso delle tonalità pastelli: rosa e celeste sono sempre presenti. Ciò che più caratterizza la pittura rococò è, per la prima volta, l’uso dell’ “attimo fuggente” e il “momento pregnate”. -“Attimo fuggente”: è quando un’immagine vuole rappresentare un’emozione e/o sensazione prodotte dall’essere in un luogo e un uno spazio specifico. Sono sempre sensazioni di tipo mondano, in realtà sono le sensazioni che vivono gli aristocratici; Infatti i temi più comuni del Rococò sono: Feste, balletti, concerti, spettacoli, pranzi all’aperto, battute di caccia o momenti di corteggiamento. -“momento pregnante”: è quando si vuole sintetizzare una storia scegliendo l’immagine più rappresentativa di questa. Il pittore che inaugurò questo genere fu il francese Jean-Antoine Watteau, infatti in campo artistico le novità maggiori arrivarono soprattutto dalla Francia, nazione che si appresta, agli inizi del Settecento, a assumere il ruolo di baricentro artistico europeo. Altra notevole componente della pittura rococò fu la comparsa di quella categoria estetica che definiamo “pittoresco”, che si riferisce alle immagini gradevoli da guardare che nascono dalla natura con caratteri irregolari. Il “paesaggio pittoresco” ha una caratteristica: non è stato in alcun modo guastato dalla presenza umana. Caratteristico è la comparsa della rovina di qualche edificio antico (una statua, un pezzo si colonna, ecc.) che rappresenta un fascino notevole perché è una testimonianza, fortunosamente giunta fino a noi, di una passata grandezza, in quale possiamo avvertere il passo del tempo. Dietro il tempo v'è proprio la natura, che dal tempo non deve temere alcuna usura. Per questo le rovine e la natura, accostandosi, finiscono per esaltarsi a vicenda. Da un lato vi è l’eternità, dall’altro la transitorietà di tutto ciò che è umano.





Biografia di Antoine Watteau


ANTOINE WATTEAU 

Grande protagonista del primo Settecento francese, Jean Antoine Watteau nasce a Valenciennes nel 1684. All’età di 15 anni il padre lo colloca come apprendista nella bottega di Jacques Albert Gerin, uno dei più anziani pittori della città; in seguito però, a causa del mancato compenso della retta pattuita, il giovane è costretto a cercar fortuna altrove. Nel 1702 è a Parigi nello studio del decoratore Claude Gillot, dove viene a contatto con il gusto del tempo, esaudendo le richieste del pubblico con opere d’ispirazione mitologica e teatrale. Non si conoscono le vere cause che spingono Watteau ad allontanarsi dal suo maestro; comunque sia, sarà lo stesso Gillot a raccomandare il giovane Antoine alle cure di Claude Audran, allora conservatore alla Galleria del Lussemburgo – l’antica residenza di Maria de’ Medici - e noto decoratore. Insieme i due artisti decorano il Cabinet du Roi nel castello di Fontainebleau, negli anni 1708-09; il compito di Watteau è quello di dipingere, tra gli altri elementi decorativi, piccole figure “cinesi e tartare”. Il suo rapporto con Audran è importante soprattutto perché gli permette di visitare le grandi tele dedicate da Rubens alla Vita di Maria de’ Medici ed Enrico IV: opere che, appassionatamente studiate, resteranno sempre nel ricordo e nell’arte di Watteau. Il contatto con l’opera del maestro fiammingo sarà determinante da un punto di vista tematico e formale: lo stile dell’artista si fa più libero e immediato, la pittura duttile e rapida, i toni delicati e brillanti, le figure sciolte e lievi.

Nel 1709 torna nella città natale, per un breve arco di tempo durante il quale dipinge alcuni quadri di soggetto militare: Valenciennes può offrirgli proprio in questi anni degli spunti reali per quel genere, trovandosi coinvolta nella guerra di successione spagnola. Opere come La recluta, Il campo mobile, Le fatiche della guerra denotano una perspicace visione realistica “contro le finzioni e i travestimenti dell’arte accademica, ma vi si scorgono pure, nel rapporto delle figure col paesaggio, accenti lirici e talora persino sentimentali” (Lossky). Queste opere segnano l’inizio della travagliata fortuna dell’artista, segnata da una salute precaria e da una naturale disposizione alla malinconia e all’inquietudine. Watteau non è mai completamente soddisfatto della sua opera, neppure quando al suo ritorno a Parigi nel 1712 viene ammesso all’Accademia  col titolo ufficiale col titolo ufficiale di “pittore di feste galanti”. Come da piccolo, Watteau ha mantenuto una stretta relazione con l'arte, ed è stato fortunato per essere istruito da grandi artisti, si ha influenziato un po di ognuno, pertanto dall'epoca in cui si viveva in quel momento e dal propio stile dell'artista da cui stava imparando. Infatti ha realizzato opere da temi mitologici e teatrali, ha decorato con figure cinesi e tartare, per continuare a dipingere opere di temi guerrieri, e cosi via, fino ad arrivare a formare il suo propio stile, caratteristico per dipingere scene di feste galanti, dove l'aristocrazia riposava e/o si diverteva in spazi naturali. Questo artista ha cominciato ad avere successo con i suoi quadri di guerra: "La recluta", "il campo mobile", e "fatiche della guerra"; per poi essere riconosciuto come il piu grande artista del Rococo, famoso per raccogliere tutte le caratteristiche che questo stile proponeva nelle sue opere, e famoso per usare il "momento pregnate" (quando si vuole sintetizzare una storia scegliendo l'immagine piú rappresentiva di questa). 




Questo è un quadro che descrive il famoso e caratteristico stile di Antoine Watteau chiamato "Festa d'amore".




Pierrot Gennannt Gilles


Autore: Antoine Watteau
Data:
 1718-1719
Tecnica:
 Olio su tela
Dimensioni:
 184 x 149cm
Ubicazione:
 Museo del Louvre, Parigi









Anche detto Gilles, fu richiesta a Watteau dall'amico attore Belloni, il quale già aveva vestito i panni di Pierrot.  Inoltre Belloni aveva in quel periodo superato i 35 anni.
 Alle spalle di Gilles si trovano altri personaggi della 
Commedia dell'arte; ma non si sa bene se avevano esistito quei modelli di attori.

Il quadro divenne insegna per la bottega del mercante d'arte Meunier, situata a Place de Carousel, per poi essere acquistata nel1804 dal barone Dominique Vivant-Denon, primo direttore del Louvre.
 Nel 
1869 passò alla collezione del Museo del Louvre.

Gilles, si vede che ha la faccia un po’ malinconico, con uno sguardo triste e perso verso lo spettore.
 Alle sue spalle si trovano altri personaggi teatrali, probabilmente intenti a schernire Gilles in primo piano. Le varie figure si trovano in un ambiente esterno, sembra in un giardino ai lati del dipinto.
Il dipinto `e statico, non c`e movimento.
Le pitture di quest’ opera non sono brillanti, solo una vestimenta rossa dell'uomo sotto a destra, ma quello piu importante é Belloni.
La luce arriva direttamente sopra la vestimenta del personaggio principale.

Imbarco per Citera

 
Pellegrinaggio a Citera


Data: 1717
Tecnica:Olio su tela
Dimensioni: 129x194 cm
Ubicazione: Museo del Louvre, Parigi




Pellegrinaggio a Citera è un'opera del 1717 di Antoine Watteau, creato come saggio per l’ammissione per l'ingresso all'Accademia reale di Pittura; ora è custodita al Louvre di Parigi. L’artisa completò l'opera solo nell'agosto del 1717, dopo averci lavorato otto mesi. L'Accademia fu costretta a inventare una nuova classificazione per l'opera, la quale non rientrava evidentemente nei canoni comuni; il nuovo genere fu chiamato Fête galante, rappresentazione miticheggiante dell'aristocrazia francese impegnata in sfrenati svaghi e delizie.
Il tema della tela è il viaggio verso Citera, l'isola natale della dea Afrodite, la divinità dell'amore e della sensualità. I critici non sono certi se il viaggio rappresentato nei due quadri sia quello verso l'isola di Citera o quello di ritorno, nonostante il titolo faccia propendere decisamente per la prima ipotesi; aldilà di questa precisazione, il significato simbolico rimane solo in parte comprensibile. I personaggi sono forse in viaggio verso un mondo d'amore sconosciuto a chi non conosce tale sentimento, forse invece seguono, da destra verso sinistra, un percorso che si muove anche nel tempo; si passa infatti dall'incontro all'innamoramento, dal contatto al rapporto amoroso, fino a quel simbolico "imbarcarsi".
Il paesaggio è composto da una collinetta erbosa che si erge sulla destra del dipinto, su cui sono posti dei personaggi che sono coperti dalle fronde di un grosso albero, il quale si mescola con una fitta vegetazione nella parte all'estrema destra del dipinto. Poco sotto si trova una statua di Venere si tratta di un semplice busto sul quale crescono delle rose, simbolo della dea.
Sono sparsi nel dipinto ad accompagnare il viaggio dei personaggi alcuni cupidi, la forma mitologica di Eros, si trovano solamente sopra l'imbarcazione alla sinistra del dipinto. Oltre la collina si apre un paesaggio sullo stile arcadico. Proseguendo il percorso dei personaggi, dove le figure si fanno più numerose, si scorge uno specchio d'acqua nel quale si trova una particolare imbarcazione.
Si tratta di una sorta di gondola dorata, sormontata da un velo rosso trattenuto da un angioletto.

La luce entra nella scena dal cielo chiaro che si vede dietro l’albero per illuminare direttamente alle persone che stanno sopra la collina. Tutti i colori dell’opera sono calidi a differenza di una donna che distacca rispetto dagli altri per il suo vestito bianco, un colore freddo.
L’uso della perspettiva fa diferenziare chiaramente il primo piano che è la scena della destra dove si vede una statua, dal secondo che è la gente che si torva sopra la collina dal terzo piano che coinvolge tutta la gente che si sta imbarcando per Citera.
La tecnica utilizzata è quella caratteristica de Watteau, pennellate corte e rapide.

Imbarco per Citera


Data:  1718

Tecnica: Olio su tela
Dimensioni: 129x194 cm
Ubicazione: Castello di Charlottenburg




Nel 1718 l'autore prepara, l’opera chiamata Imbarco per Citera, una nuova versione del quadro Pellegrinaggio a Citera con evidenti differenze, questa divenne proprietà di Federico II di Prussia mentre oggi è custodita al Castello di Charlottenburg di Berlino, fu creata solo un anno dopo, su richiesta di Jean de Julienne, amico di Watteau.

Il tema della tela è lo stesso che nel dipinto del 1717, il viaggio verso Citera , l'isola natale della dea Afrodite, la divinità dell'amore e della sensualità. I critici non sono certi se il viaggio rappresentato nel quadro sia quello verso l'isola di Citera o quello di ritorno, nonostante il titolo faccia credere che è la prima ipotesi .Si crede chi i personaggi sono forse in viaggio verso un mondo d'amore sconosciuto a chi non conosce tale sentimento, forse invece seguono, da destra verso sinistra, un percorso che si muove anche nel tempo; si passa infatti dall'incontro all'innamoramento, dal contatto al rapporto amoroso, fino a quel simbolico "imbarcarsi".
La composizione del paesaggio è composta da una collinetta erbosa che si erge sulla destra del dipinto, su cui sono posti dei personaggi. Questi sono coperti dalle fronde di un grosso albero, il quale si mescola con una fitta vegetazione nella parte all'estrema destra del dipinto. Poco sotto si trova una statua di Venere, e ai suoi piedi si trova un armorino (dove cera la tatua del busto d Venere).
Molti dei cupidi, la forma mitologica di Eros, sono sparsi nel dipinto ad accompagnare il viaggio dei personaggi, che si muovono per tutta la composizione interagendo con i personaggi. Oltre la collina si apre un paesaggio sullo stile arcadico. Proseguendo il percorso dei personaggi, dove le figure si fanno più numerose, si scorge uno specchio d'acqua nel quale si trova una particolare imbarcazione. Si tratta di una sorta di gondola dorata, sormontata da un velo rosso trattenuto da un angioletto. Come si puo vedere, ha quasi le stesse caratteristiche dal quadro anteriore.
Questa volta l’opera è stata dipinta con colori piu freddi, ma sempre distacca il bianco vestito della donna sopra gli altri colori.
La perpesttiva e la tecnica sono le stesse usate nel dipinto anteriore, e la luce anche in questo dipinto entra dal cielo chiaro dietro l’albero, ma la differenza è che il lato destro quetsa volta è piu illuminato che pirma, e distaccano piu le figure.

 


I Piaceri del Ballo

I Piaceri del Ballo


Autore: Antoine Watteau
Data: 1717 circa
Dimensioni: Tela cm 53 x 66
Ubicazione: Dulwick College of London
  





La scena, si svolge su un grande giardino, l’architettura ispirata dal Rinascimento italiano fa vedere le persone molto piccole, per esempio nelle colonne si puo apprezzare un’influenza di De Brosse, architetto francese. 
Nel centro dell’opera c’e una coppia di danzatori, l’uomo accompagna la donna con i suoi passi di ballo col suono delle nacchere; intorno a loro ci sono molte persone, ognuna facendo diverse cose, ma sempre partecipando alla scena.
Nelle prime file ci sono personaggi elegantissimi, con vestiti di seta,e accessori di molto lusso si vede che stanno conversando e sorseggiando le bevande distribuite dal servitore, anche c’é un tavolo con brocche e bottiglie.
 A destra, in secondo piano, si vede l'orchestra che rallegra la scena. In fondo a sinistra c’é  un personaggio familiare: è Pierrot, o Gilles, con la maschera della Commedia dell'Arte, la quale Watteau dipingeva molto. La scena è inoltre vivacizzata da cagnolini e da bambini che giocano.
La luce in quest’opera attua rialzando i personaggi della parte inferiore a sinistra, perché anche se non c’é tanta gente, stanno piú illuminati di quelli a destra, ma ce una donna sempre con un vestito bianco (caratterictico delle opere di Watteau) a destra che riceve tanta luce come quelli di sinistra. Il quadro si caratterizza per avere colori calidi.
La tecnica utilizzata é sempre la stessa: pennellate corte e rapide.L'apprezzamento dei pittori inglesi per la tela di Watteau è sintetizzato dal giudizio di Constable, che definiva il dipinto eseguito "col miele, tanto è fuso, tenero, dolce e delizioso".

Feste Veneziane

Feste Veneziane



Nome dell’opera: Feste Veneziane 
Data: 1717 circa
Ubicazione attuale dell’opera: National Gallery of Scotland a Edimburgo 
Dimensioni: Tela cm 56 x 46





 

In questo dipinto possiamo vedere rappresentato il tema della “festa galante” nel suo massimo splendore; questo tema in realta è il tipico di Watteau, affermazione confirmata dato che quasi tutti i suoi dipinti rappresentano il divertimento della aristocrazia in un giardino o peasaggio naturale. 
La scena si svolge in un angolo di un giardino in cui si possono vedere belle rovine, luogo perfetto per l’uso che i protagonisti gli vogliono dare. Infatti, il soggetto è una riunione di eleganti gentiluomini e dame. 
Tutti i personaggi stanno vestiti con un abbigliamento formale, alcuni mascherati. Un maturo cavaliere in costume teatrale e una giovane dama si stanno esibendo in una danza al suono della cornamusa, mentre gli altri assistono alla scena o sono occupati in conversazioni galanti.
L’atmosfera è vivace.
Il nome provabilmente si attribuisce dovuto ai vari personaggi mascherati, ed infatti una caratteristica che rappresenta la citta di Venezia, sono le maschere.
L’opera è dinamica dovuto a che i personaggi stanno in movimento, in mezzo di un ballo formale.
Ha una lettura centrale; cominciando dalla donna che si trova in mezzo al dipinto con un vestito bianco, il quale richiama tutta l’attenzione dell’osservatore per il suo colore freddo che distacca e contrasta con tutta l’altra varieta di colori molo piu calidi. Alla sinistra l’uomo che per la sua vestimenta si puo dedurre che è il conosciuto personaggio Pantaleone, è allo stesso piano della donna ma non distacca come lei dovuto alla scarsita di luce. In secondo piano possiamo trovare a tutta la gente che si trova a godere di un momento di allegria e divertimento, e dopo il paesaggio dove distacca una magnifica fontana e una statua bellissima di una donna, tutte due rovine che indicano una passata grandezza.
La luce arriva alla scena dal lato sinistro dell’opera ed illumina direttamente alla donna centrale.
Lo stile che possimo vedere, è il tipico di Watteau: pennellate corte e veloci, con cui da movimento all’opera.